ROMA - Con il pianeta si riscalda anche la bolletta degli italiani. Il
ritardo sull'adempimento del protocollo di Kyoto per la prima volta
peserà direttamente nelle tasche dei consumatori visto che il governo
è alla disperata ricerca di 555 milioni entro la fine dell'anno
(diventeranno 840 nel 2012). Gran parte di questa cifra finirà nelle
tariffe elettriche durante l'anno prossimo.

Tutto inizia con i tetti alle emissioni di anidride carbonica che
l'Italia ha contrattato con l'Ue nel 2007: 201,63 milioni di
tonnellate l'anno per il quadriennio 2008-12 contro i 230 milioni
richiesti. Le quote di emissione sono state poi assegnate con un piano
nazionale ai vari settori (come produttori elettrici, acciaierie,
cementifici).

Le società elettriche denunciarono che quote così basse avrebbero
bloccato la costruzione di nuove centrali con il paradosso di non
poter rinnovare (e quindi rendere meno inquinante) il nostro sistema
elettrico. Così nel 2008 il governo si è impegnato a garantire 16,93
milioni di tonnellate ai nuovi entranti (cioè a quelle centrali che
non avevano ancora ottenuto l'autorizzazione ad emettere gas serra) e
"a tutti i nuovi entranti le quote di Co2 eccedenti questo tetto",
come ricorda il Comitato di controllo guidato dal Direttore generale
del ministero dell'Ambiente Corrado Clini.

Ora si tratta di pagare. Secondo le stime del Comitato, i nuovi
entranti avranno bisogno di crediti per 56 milioni di tonnellate: 37
milioni già nel 2009, cioè ben oltre la riserva accordata. Il governo
- a meno che le imprese non rinuncino a quanto garantitogli per legge
- deve andare sul mercato dei diritti ad emettere Co2 e comprarli
all'asta dalle imprese comunitarie che sono sotto i loro tetti di
emissione.

e non lo fa, sempre secondo il Comitato, la sanzione inflitta
dall'Europa sarà di 5,6 miliardi nel 2012. Acquistare i diritti di
emissione ora costa meno: 555 milioni, ma visto lo stato delle finanze
pubbliche ci si orienta per chiedere un anticipo alla Cassa Depositi e
Prestiti per far fronte alle scadenze di fine anno. Anticipo da
ripagare con un aumento in bolletta dal 2010.

"Cercheremo di ridurre il conto finale il più possibile - spiega
Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo Economico - è stato
negoziato un tetto troppo basso dal precedente governo e abbiamo già
avviato contatti informali con la Commissione Ue per riaprire una
trattativa, ma alla fine questo tipo di costi ricadrà sulle tariffe
elettriche. Dobbiamo ancora confrontarci con il ministero
dell'Economia su questo punto". Anche se tra i tecnici è dato per
scontato un decreto già entro settembre.

Il costo per emettere una tonnellata aggiuntiva di Co2 al momento è di
15 euro, ma è un mercato ancora molto instabile. L'Italia -
contribuendo a progetti per ridurre le emissioni in Paesi in via di
sviluppo (soprattutto nel Mediterraneo) - potrebbe ottenere crediti
riconosciuti dal protocollo di Kyoto a metà prezzo (8 euro), ma
l'Europa non consente di utilizzarne oltre una certa quota e il nostro
Paese ha già esaurito la sua.
(20 agosto 2009)

di LUCA IEZZI

Tratto da:"la Repubblica"