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UN EROE

Pubblicato da [BM]Emanuele |

Fiamme nell'acciaierie della ThyssenKrupp, a Torino. Un operaio è morto ed altri sei sono in fin di vita. Li ha investiti l'incendio provocato dalla fuoriuscita dell'olio bollente che serve per raffreddare i laminati. Già quattro anni fa aveva preso fuoco una vasca d'olio e le fiamme erano state domate solo dopo alcuni giorni. In quell'occasione, però, non vi erano stati feriti. Stamane all'alba, invece, il bilancio è stato ben più drammatico: è morto Antonio Schiavone, 36 anni, di Envie nel Cuneese, sposato e padre di tre figli di 4 e 6 anni, e di un machietto nato appena due mesi fa.

Versano in condizioni disperate Bruno Santino e Giuseppe De Masi, entrambi di 26 anni, ricoverati con i corpi quasi completamente coperti da ustioni. Grave anche Angelo Laurino, 34 anni, in rianimazione all'ospedale San Giovanni Bosco di Torino. Prognosi riservata per Rocco Marzo, 54 anni, ustionato per l'80% del corpo, e per altri due colleghi tra cui Rosario Rodinò di 26 anni, mentre due lavoratori intervenuti in un soccorso ai compagni feriti, sono stati ustionati, fortunatamente in modo più lieve e lamentano segni di una leggera intossicazione dai fumi. Maurizio Boccuzzi, infine, ha riportato ustioni leggere ad una mano e al volto.

L'incendio è scoppiato all'una e mezza di notte nella linea 5, adibita al trattamento termico dei prodotti di laminazione. Pare che sia traboccato l'olio bollente usato per temperare i laminati. Gli operai hanno cercato in un primo momento di spegnere le fiamme con estintori e una manichetta dell'acqua. L'acqua però, a contatto con l'idrogeno liquido e l'olio refrigerante, pare abbia provocato una fiammata che ha investito gli operai. Quando sono arrivati i vigili del fuoco con decine di squadre, il reparto era competamente distrutto.

Secondo i sindacati , alcuni dei lavoratori coinvolti nell'incidente, erano al lavoro da 12 ore consecutive: avevano già accumulato 4 ore di strordinario. La ThyssenKrupp aveva deciso a luglio di chiudere la fabbrica torinese e di concentrare tutta l'attività produttiva nello stabilimento di Terni, ma ancora nello stabilimento in via regina Margherita sono al lavoro circa 200 dipendenti. Proprio in questo periodo la linea 5 aveva avuto un'intensificazione del ritmo di lavoro e l'azienda aveva deciso di mantenerla attiva fino a giugno.

Lui si che è un eroe...si fa il culo 12 ore al lavoro per campare la famiglia,muore e nessuno lo chiama eroe...nulla da togliere ai militari,ma perchè loro lo sono?perche sparano?"portano più democrazia di un operaio"?loro pigliano bei soldoni per stare nelle zone a rischio,ma gli operai?è un paese del cazzo,dove la morte di un operaio è messa in secondo piano perchè non fa notizia...un soldato morto giustifica la guerre,ci vogliono delle teste che cadono...!